Data: 12 marzo 2004
Giornale: Il Messaggero
Questa sera al Villaggio Globale la band in nuova formazione: è il trionfo della creatività
di Fabrizio Zampa
«Gli incontri fra culture non devono essere omologazione o appiattimento ma valorizzazione delle differenze: è bello mischiare il riso basmati indiano col ragù napoleano, ed è bello pensare che le culture fra loro si comprendano. Puoi chiudere la porta, sì, ma ci sarà sempre qualcuno che la sfonderà perché il mondo oggi è fatto di immigrazione e di scambio»: sono alcuni sani pensieri degli Almamegretta, una delle band italiane che guardano di più al futuro e che stasera trovate in concerto al Villaggio Globale per un biglietto il cui prezzo, 6 euro, è una specie di piccolo miracolo.
Punto primo della recente storia del gruppo: manca Raiz. Il vocalist non ha detto addio alla band, sta solo lavorando ad altri progetti, peró al momento, sia live che nell'ultimo e bellissimo album Sciuoglie 'e cane, non c'è. Se ne sente la mancanza? Sì perché è sempre stato un punto di forza del gruppo, no perché anche senza di lui gli Almamegretta (Gennaro T. alla batteria, il soundmanpornmobile.online e dubmaker D.RaD, Mario Formisano al basso polifonico, Gianni Mantice alla chitarra, le voci di Lucariello e Zaira Zigante) restano un collettivo aperto che funziona alla grande.
Preparatevi quindi a una performance di prim'ordine che fonde rock, trip hop, soul, funk, reggae, sonorità arabe, techno, melodia napoletana, profumi mediterranei e nordafricani, testi che viaggiano con la fantasia, tanti strumenti come violino, oud, darbouka, percussioni, sequencer. Mescolare linguaggi, suoni e culture musicali oggi è d'obbligo ma loro già lo facevano dodici anni fa, poi col tempo hanno allargato gli orizzonti, hanno perfezionato il loro modo di viaggiare, hanno recuperato la libertà creativa degli anni settanta. E grazie al cielo continuano a fare una musica che è il tronfio della creatività, fa ragionare e sognare, ballare e meditare, battere il tempo e lasciarsi andare al proprio istinto. L'immaginazione al potere: che accidenti volete di più?»
Aggiornato Giovedì, 08 Settembre 2005
Giornale: Il Messaggero
Questa sera al Villaggio Globale la band in nuova formazione: è il trionfo della creatività
di Fabrizio Zampa
«Gli incontri fra culture non devono essere omologazione o appiattimento ma valorizzazione delle differenze: è bello mischiare il riso basmati indiano col ragù napoleano, ed è bello pensare che le culture fra loro si comprendano. Puoi chiudere la porta, sì, ma ci sarà sempre qualcuno che la sfonderà perché il mondo oggi è fatto di immigrazione e di scambio»: sono alcuni sani pensieri degli Almamegretta, una delle band italiane che guardano di più al futuro e che stasera trovate in concerto al Villaggio Globale per un biglietto il cui prezzo, 6 euro, è una specie di piccolo miracolo.
Punto primo della recente storia del gruppo: manca Raiz. Il vocalist non ha detto addio alla band, sta solo lavorando ad altri progetti, peró al momento, sia live che nell'ultimo e bellissimo album Sciuoglie 'e cane, non c'è. Se ne sente la mancanza? Sì perché è sempre stato un punto di forza del gruppo, no perché anche senza di lui gli Almamegretta (Gennaro T. alla batteria, il soundmanpornmobile.online e dubmaker D.RaD, Mario Formisano al basso polifonico, Gianni Mantice alla chitarra, le voci di Lucariello e Zaira Zigante) restano un collettivo aperto che funziona alla grande.
Preparatevi quindi a una performance di prim'ordine che fonde rock, trip hop, soul, funk, reggae, sonorità arabe, techno, melodia napoletana, profumi mediterranei e nordafricani, testi che viaggiano con la fantasia, tanti strumenti come violino, oud, darbouka, percussioni, sequencer. Mescolare linguaggi, suoni e culture musicali oggi è d'obbligo ma loro già lo facevano dodici anni fa, poi col tempo hanno allargato gli orizzonti, hanno perfezionato il loro modo di viaggiare, hanno recuperato la libertà creativa degli anni settanta. E grazie al cielo continuano a fare una musica che è il tronfio della creatività, fa ragionare e sognare, ballare e meditare, battere il tempo e lasciarsi andare al proprio istinto. L'immaginazione al potere: che accidenti volete di più?»
Aggiornato Giovedì, 08 Settembre 2005