Data: giugno 2001
Giornale: Jam
Ritornano gli Almamegretta che si sintonizzano sempre più su frequenze internazionali. Musicalmente, la componente elettronica sembra ormai assumere un ruolo assolutamente centrale e legarsi praticamente ad ogni suono, ma anche il linguaggio apre sempre più a idiomi differenti. Oltre al consolidato napoletano che permea ancora buona parte dei pezzi, un paio di testi, Crazy Days & Crazy Nights e Rubb da Dubb, sono cantati in lingua inglese, Caña, apre con due strofe in spagnolo, mentre Pa' Chango lascia libero fluire al linguaggio africano, quasi a sottolineare che la musica è sempre meno territoriale, ma è destinata a dimensioni più ampie, forse addirittura rivolta a coprire tutti gli spazi che si hanno a disposizione. Non più solo Mediterraneo, dunque, anche se ancora fortemente privilegiato, ma un debordare continuo oltre confine senza limite di continuità.
Se gli ultimi lavori già viaggiavano in questa direzione, Imaginaria va ancora oltre. Tre dischi in tre anni e mezzo per ribadire che le cose procedono, vanno avanti secondo una filosofia ben precisa, anche se sempre da mettere a punto, da correggere in base al know how che via via aumenta i dati a disposizione. L'utopia è la musica totale come lettura consapevole del nostro tempo. Reggae, dub, techno e Africa impazzano e legano a sé qualcosa di orientale e naturalmente di napoletano alla ricerca di una sintesi, di una specie di esperanto capace di fare comunicare il mondo intero.
Voto: 7
Perché: È l'evoluzione coerente del gruppo napoletano sempre più alla ricerca un linguaggio globale, un lavoro intelligente quasi totalmente campionato, che non dimentica tuttavia le radici da cui tutto e partito.
Aggiornato Sabato, 10 Settembre 2005
Giornale: Jam
Ritornano gli Almamegretta che si sintonizzano sempre più su frequenze internazionali. Musicalmente, la componente elettronica sembra ormai assumere un ruolo assolutamente centrale e legarsi praticamente ad ogni suono, ma anche il linguaggio apre sempre più a idiomi differenti. Oltre al consolidato napoletano che permea ancora buona parte dei pezzi, un paio di testi, Crazy Days & Crazy Nights e Rubb da Dubb, sono cantati in lingua inglese, Caña, apre con due strofe in spagnolo, mentre Pa' Chango lascia libero fluire al linguaggio africano, quasi a sottolineare che la musica è sempre meno territoriale, ma è destinata a dimensioni più ampie, forse addirittura rivolta a coprire tutti gli spazi che si hanno a disposizione. Non più solo Mediterraneo, dunque, anche se ancora fortemente privilegiato, ma un debordare continuo oltre confine senza limite di continuità.
Se gli ultimi lavori già viaggiavano in questa direzione, Imaginaria va ancora oltre. Tre dischi in tre anni e mezzo per ribadire che le cose procedono, vanno avanti secondo una filosofia ben precisa, anche se sempre da mettere a punto, da correggere in base al know how che via via aumenta i dati a disposizione. L'utopia è la musica totale come lettura consapevole del nostro tempo. Reggae, dub, techno e Africa impazzano e legano a sé qualcosa di orientale e naturalmente di napoletano alla ricerca di una sintesi, di una specie di esperanto capace di fare comunicare il mondo intero.
Voto: 7
Perché: È l'evoluzione coerente del gruppo napoletano sempre più alla ricerca un linguaggio globale, un lavoro intelligente quasi totalmente campionato, che non dimentica tuttavia le radici da cui tutto e partito.
Aggiornato Sabato, 10 Settembre 2005