IL NUOVO CD DEGLI ALMAMEGRETTA RACCONTA STORIE DI STRADA IN CHIAVE MODERNA
“Vulgus”, le sonorità del popolo
Hanno rischiato di perdersi, hanno dovuto misurarsi con separazioni e dolorose dipartite, hanno dovuto lavorare molto su loro stessi e con se stessi per tornare nuovamente a offrire un disco che facesse combaciare perfettamente il suono offerto con il nome Almamegretta. L’importante, dopo qualche anno di silenzio, è esserci riusciti, l’importante è che Gennaro Tesone e Paolo Polcari (unici superstiti dellaformazione base...) abbiano riannodato i fili in modo da potersi nuovamente proporre al pubblico con il nuovo cd, “Vulgus”, che è nuovamente in linea con la memoria musicale che evoca il nome Almamegretta. L’importante è aver metabolizzato la separazione da Raiz, l’importante è essere riusciti a trovare una forma di convivenza con il dolore per la tragica scomparsa di Stefano Facchielli aka D.RaD (colui che ha creato il sound Alma), l’importante è essere riusciti a trovare nel nuovo lavoro “Vulgus” un equilibrio che miscelasse la continuità, la tradizione e la novità.
«Vulgus in latino vuol dire volgo, il popolo - spiega Gennaro Tesone - e questo disco racconta storie di strada, che appartengono alla cultura popolare, musica popolare in chiave moderna. I due dischi successivi alla scissione erano un po’ distanti rispetto al nostro solito territorio, “Vulgus” invece è il primo lavoro di canzoni in cui non c’è Stefano, per cui per noi era importante riallacciarci a quello che era il nostro percorso. Abbiamo attraversato momenti duri, questo lavoro è un po’ un ricordo del nostro amico dettato dalle emozioni e non da una scelta ragionata, contemporaneamente è un disco molto meditato in fase di produzione, dal momento che ci ha portato via quasi due anni per essere realizzato».
Anche se c’era già qualche anno fa, qui la voce femminile rappresenta la novità del suono Alma...
«La voce femminile c’era già in “Scioglie 'e cane” perché per sostituire la voce di Raiz non intendevamo trovare qualcuno che imitasse malamente Rino, volevamo interpreti diversi: questo disco è il frutto di tuttoil lavoro live fatto in questi 3-4, frutto del collettivoche ci ha accompagnato su palchi di tutta Italia. In quel disco la formazione era assemblata al momento, in “Vulgus” invece si è instaurato concerto dopo concerto una maggiore omogeneità».
Avete voluto omaggiare Pino Daniele con “Mo’ basta”?
«Certamente, quando scegli una cover di un’artista è perché vuoi rendergli omaggio seppure reinterpretandola secondo il nostro gusto; non tutti ricordano che questo era un pezzo che ci piaceva molto e poi Pino non solo per noi è stato un personaggio importante, ma per tutta la musica partenopea».
Credi alle coincidenze?
«A volte succedono cose per caso...».
Ci sono due brani che sono due coincidenze “Mo’ basta” che Pino suonava col supergruppo e “Guard annanz” in cui cantate di nuovo con Raiz...
«E guarda caso a luglio ci sarà la reunion di Pino con il vecchio gruppo e il nostro concerto del 17 luglio con Raiz e i Massive Attack... Quando abbiamo fatto il disco non sapevamo ancora niente, forse c’è un bisognoa Napoli di riproporre certe eccellenze che si erano dilatate. Con Rino non c’è mai stato un divorzio traumatico, già altre volte ci siamo trovati su un palco insieme, oltre ad avere un rapporto personale che non si è mai interrotto. Tutto si suggellerà al “Neapolis” il 17 insieme ai nostri amici Massive Attack che sono stati un nostro punto di riferimento visto anche che il loro vocalist Horace Andy è ospite in “Vulgus” nel brano “Just say who”, un evento che era già successo ai tempi di “Anima migrante”».
Qualche giorno fa De Piscopo affermava che “per andare avanti bisogna sempre tornare un po’ dietro”...
«In effetti il percorso di questo disco è riallacciare le cose fatte con le cose che faremo in futuro...».
Prima ancora del Neapolis i napoletani avranno modo di vedervi e ascoltarvi anche in uno showcase...
«Andremo in giro a presentare il disco nei megastore Feltrinelli e incontreremo la nostra città il 16 aprile, faremo diversi concerti prima di arrivare al grande
evento di luglio».
Al pubblico cosa diciamo, questo è un primo passo verso una collaborazione più assidua con Raiz?
«Noi teniamo molto a questo assetto di collettivo aperto che ci permette di avere tante voci e collaborazioni: nel suo ultimo disco noi abbiamo remixato un suo brano, nel nostro disco lui è venuto a scrivere e cantare un brano, il futuro ci dirà come andranno le cose ma a noi piace la visione di una famiglia allargata con Rino con cui il rapporto umano e artistico nonsi è mai interrotto e sicuramente in futuro si intensificherà».
GIGI AVOLIO